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giovedì 31 gennaio 2013

Pane carasau


Il pane carasau, carasatu, carasadu, è un tipico pane sardo, originario della Barbagia e diffuso in tutta la Sardegna, conosciuto anche con il nome di carta musica per la sua caratteristica croccantezza, che ne rende rumososa la masticazione, trattandosi appunto di sottili sfoglie circolari croccanti. 
Il nome sardo “carasau” deriva dal metodo di preparazione, che comprende la fase della ‘carasatura’ (una doppia cottura).
Si ipotizza che una sorta di pane carasau fosse prodotto già nell'età del bronzo. 
Le sue caratteristiche lo rendevano molto funzionale al mondo agropastorale in quanto la sua facile conservazione permetteva ai pastori, che restavano a lungo distanti da casa impegnati nella cura delle greggi, di avere sempre a disposizione del pane che, opportunamente bagnato al momento del pasto, riacquistava la freschezza del pane di giornata. 
Gli ingredienti base del pane carasau sono lievito, sale, acqua e farina. 
Tradizionalmente esistono due tipi di impasti: uno a base di farina di grano duro, diffuso in particolare tra le classi agiate (quello oggi più utilizzato), l’altro a base di farina d’orzo o cruschello, presente soprattutto sulle tavole dei ceti medio-bassi (quelle dei pastori).
Oltre ad un aspetto materiale di alimentazione tradizionale, questo pane è considerato anche sotto un profilo antropologico, dato che la sua preparazione tradizionale domestica implicava, e implica tutt'ora, un processo di socializzazione.
La preparazione del pane carasau era, infatti, un vero e proprio evento: vi partecipavano almeno tre donne, amiche o parenti, che ricevevano in cambio ricotta e olio. L’impasto veniva lavorato a lungo e sezionato in dischi dello spessore di 2 mm e di diametro variabile tra i 15 e i 40 cm, che venivano posti a lievitare. La prima cottura avveniva nel forno a legna a temperature molto alte (500° C). Quando i dischi risultavano gonfi al punto giusto venivano estratti dal forno e tagliati a metà per essere, in un secondo tempo, cotti di nuovo (carasatura). Il pane carasau a questo punto era pronto per essere consumato e conservato anche per mesi.

Ingredienti:
300 g di farina di semola di grano duro Il Molino Chiavazza
200g di acqua
80g di lievito madre
8g di sale

Preparazione:
Impastare a mano, o con l'impastatrice, la semola unitamente all'acqua, il lievito e il sale. Lavorare a lungo l'impasto perché dovrà risultare sostenuto ma morbido, cioè lavorabile.
A lavorazione ultimata, fare dei pesetti di 130g ciascuno (dai quali si otterranno dei dischi grandi quasi come una pizza), arrotolarli con una mano fino a fare delle palline di pasta e metterli a riposare coperti con un panno o una coperta per 12 ore o comunque per un'intera notte.


Trascorso il tempo di riposo riprendere le palline di pasta e stenderle con il mattarello (quello più adatto è stretto e lungo) cercando di dargli una forma sferica. Per stendere bene l'impasto è importante, mentre con una mano si tiene il mattarello, stendere e girare la sfoglia di pasta con l'altra mano. In questo modo l'impasto non si attaccherà al mattarello e non si straccerà, ci vuole un pò di manualità ma non è difficile.
 Dopo aver steso i dischi di pasta metterli uno sull'altro intervallati da teli di lino, o in alternativa panni puliti, e lasciarli riposare ancora una mezz'ora, quindi, riprendere i cerchi di pasta e cuocerli.
Il metodo tradizionale di cottura è il forno a legna, pertanto, non avendolo, ho pensato di sostituirlo con il mio forno pizza che riproduce abbastanza fedelmente la cottura del forno a legna.
Scaldare bene il forno pizza e adagiare i cerchi di sfoglia sulla pietra ollare e chiudere il coperchio, trascorso un minuto appena si sentirà un leggero sibilo che indicherà che la sfoglia si sta gonfiando. Aprire il forno e togliere il pane cotto (aprendo il forno tenderà a sgonfiarsi) e adagiarlo sulla spianatoia o un tagliere e con un coltello affilato tagliare nel centro. E' importante eseguire questa operazione appena si tira fuori il pane dal forno altrimenti l'operazione di taglio potrebbe non riuscire, vale la pena scottarsi per ottenere un ottimo risultato.

Dopo aver tagliato in due i cerchi di pane carasau, si procede con la carasatura, cioè con la doppia cottura. Quindi, la parte interna del pane, quella cioè che ha subito il taglio, viene posta sulla pietra ollare e fatta cuocere fino a che diventa croccante (nel mio forno pizza ci vuole un minuto al massimo).
E quello che vedete sotto è il risultato finale.
 Ho spezzato apposta una sfoglia di pane per mostrarvi la sua croccantezza.
Eccezionale!!!

mercoledì 23 gennaio 2013

Frittata di ricotta e gamberi

Anche se l'aspetto non è proprio invitante, me ne rendo conto (ma è anche colpa della mia incapacità totale come fotografa), questa frittata è di una bontà esagerata ed è anche facilissima da preparare.
Ho preso spunto da una ricetta di Gianluca Nosari che ho poi modificato per adattarla ai gusti della mia famiglia.

Ingredienti:
4 uova
150g di ricotta (io ho usato quella vaccina, ma quella di pecora dà più sapore)
1 ricca manciata di parmigiano 40/50g
200g di gamberetti
il succo di mezzo limone
olio evo Dante
sale e pepe

Procedimento:
rompere le uova in una ciotola e condirle con un pizzico di sale. Aggiungere il parmigiano e lavorare con una forchetta, quindi, unire la ricotta, amalgamando accuratamente. Lasciare riposare per qualche minuto.
Intanto, marinare i gamberetti nel succo di limone per qualche minuto e, dopo averli scolati dal liquido di marinatura, unirli al composto di uova e mescolare bene.
Scaldare una padella antiaderente con un filo di olio evo Dante, versare il composto uova e gamberetti e lasciare cuocere. Quando la frittata si sarà rappresa girarla e continuare la cottura.
Una volta cotta, spegnere e lasciare intiepidire, quindi, trasferire su un piatto di portata, facendo attenzione a non romperla, e tagliare a triangoli o cubotti o come più si preferisce.

lunedì 21 gennaio 2013

Tagliolini agli scampi su cialda di parmigiano

Nel post del panettone gastronomico vi avevo anticipato che uno dei primi che ho preparato per il cenone di S. Silvestro è stato: tagliolini agli scampi su cialda di parmigiano.
Ho deciso di preparare questo primo perchè, avendolo già provato, sapevo di andare a colpo sicuro.
Fortunatamente l'avevo fotografato in quella occasione perchè durante la cena, con i ritmi serrati che c'erano, non è stato possibile fotografare nessuno dei due primi. Infatti, la ricetta della lasagna ai gamberi la potrò inserire nel blog solo quando potrò rifarla.
Per avvantaggiarmi nella preparazione di questo primo piatto, ho preparato le cialde di parmigiano la sera precedente il cenone, cioè il 30 dicembre, e ho conservato le cialde coperte e in un posto asciutto affinchè non si ammollassero con l'umidità e, devo dire, che si sono tenute benissimo, sono rimaste belle croccanti.
Una piccola considerazione in merito alle dosi. La prima volta che ho preparato questi tagliolini ho abbondato parecchio con la pasta in quanto a mio marito piacciono i piatti belli ricchi, ma la sera del cenone di S. Silvestro nella cialda c'erano al massimo 45g di pasta eppure, credetemi, la cialda sembrava piena, grazie anche al formato di pasta utilizzato rende tantissimo nel piatto.
Un'altra piccola differenza tra come vedete il piatto in foto e come l'ho preparato a S. Silvestro sta nella decorazione: a S. Silvestro ho cosparso un pò di crema al parmigiano sui tagliolini e vi ho adagiato sopra in bellavista lo scampo; in foto (cioè la prima volta che l'ho fatto) ho messo come decorazione dei gamberoni e ho cosparso pasta e gamberoni con la crema al parmigiano. Piccole modifiche che mi sembrava comunque il caso di menzionare.

Ingredienti:
considerare 80g di tagliolini a testa
500g di scampi
200ml di panna
2 spicchi d'aglio
prezzemolo q.b.
1 bicchiere circa di vino bianco secco
parmigiano grattugiato q.b.
olio evo Dante
sale e pepe

Preparazione:
versare a pioggia il parmigiano grattugiato su una padella antiaderente e farlo sciogliere (a seconda dello spessore desiderato aggiungere più o meno parmigiano), quindi, con una paletta prelevarlo e adagiarlo su una tazza da latte rovesciata finchè si raffredda. Ripetere l'operazione fino ad ottenere il numero di cialde desiderato.
Sgusciare gli scampi, tranne qualcuno da tenere intero per la decorazione finale, ed eliminare il filamento scuro. Con i carapaci preparare un fumetto, per insaporire volendo si possono aggiungere un pò di aromi tipo: carota, cipolla e sedano (la prima volta l'ho fatto, la seconda volta ho usato solo i carapaci degli scampi e quelli dei gamberi utilizzati per l'altro primo). Quando il fumetto si sarà ristretto per bene, filtrarlo e sbollentarci dentro gli scampi interi.
Intanto, imbiondire l'aglio in 2/3 cucchiai di olio Dante e unire gli scampi puliti e tagliati a tocchetti e un pò di prezzemolo tritato finemente. Sfumare con il vino e far cuocere per 5 minuti.
Preparare la salsa al parmigiano versando in una casseruola la panna con una ricca manciata di parmigiano e cuocendo, sempre mescolando, finchè non si ottiene una crema vellutata ed omogenea. Spegnere il fuoco e tenere da parte.
Lessare i tagliolini e scolarli al dente direttamente nella padella con gli scampi a tocchetti, mantecare bene il tutto e poi impiattare mettendo i tagliolini direttamente nella cialda di parmigiano e guarnendo con un pò di salsa al parmigiano e con uno scampo intero (o, come vedete in foto, con dei gamberoni).
Una vera delizia!


“OLIOGRAMMA”, IL CONDIMENTO DIVENTA UN’OPERA D’ARTE


Gli allievi dell’Accademia Cameron esalteranno l’italianità e lo spirito innovativo di Olio Dante





Dante si mette in posa e diventa l’olio modello per gli scatti d’autore dell’Accademia di fotografia “Julia Margaret Cameron”, la scuola di alta formazione nata a Benevento nel 2011.

In occasione dell’anniversario dello storico marchio, nato nel 1898 da un’idea di Giacomo Costa, il Sommo Poeta si rifà il look e presenta il progetto “Oliogramma. Dante, 115 anni e non li dimostra…”, ideato dagli Oleifici Mataluni di Montesarchio (BN).

L’iniziativa si propone di raccontare ai consumatori, attraverso le immagini degli artisti coinvolti, i valori culturali e nutrizionali contenuti in una bottiglia di olio di oliva, che troppo spesso finiscono per essere mortificati da logiche di mercato che riducono l’olio ad una semplice commodity.

Da oggi al 13 aprile 2013, gli allievi dell’Accademia realizzeranno veri e propri servizi fotografici dedicati al condimento principe della dieta mediterranea, rappresentando l’italianità, la sostenibilità e lo spirito innovativo dei prodotti ideati dal Centro di ricerca degli Oleifici Mataluni.

“Oliogramma si propone di dare lustro alle risorse umane locali - a parlare è Angelo Orsillo, Direttore dell’Accademia - attraverso la realizzazione di immagini finalizzate alla comunicazione, con competenza, creatività e senso dell’estetica. I partecipanti saranno coordinati dalla direzione artistica del fotografo Michele Stanzione, dei docenti Salvatore Picciuto e Vincenzo Cillo”.

La partnership tra gli Oleifici Mataluni e la Cameron, dunque, conferma il forte legame con il territorio e la politica di valorizzazione dei giovani talenti, che da sempre contraddistingue l’azienda sannita che raggruppa 23 storici brand, tra cui Dante, Olita, Topazio, OiO e Vero.

La partecipazione, infatti, è aperta a tutti i fotoamatori iscritti alla scuola, che avranno a disposizione tre mesi per immortalare il nuovo packaging in PET 100% riciclabile ed esaltare le inconfondibili “forme” della bottiglia ad anfora, presente sulle tavole di tutti gli italiani.

“Con Oliogramma - afferma Valentina Corrado, Ufficio Marketing degli Oleifici Mataluni - vogliamo raffigurare quei valori che gli Oleifici Mataluni incarnano da sempre e che vengono veicolati dal nostro olio 100% Italiano e dall’olio arricchito con la vitamina D. Attendiamo con entusiasmo gli scatti degli allievi e siamo certi che riusciranno ad impreziosire le nostre etichette, che sin dagli anni Trenta del secolo scorso sono state associate ai capolavori della pittura italiana e fiamminga in alcune memorabili campagne pubblicitarie”.

Al termine della manifestazione, nel complesso agroindustriale oleario degli Oleifici Mataluni sarà allestita un’esposizione con tutte le opere pervenute, durante la quale ogni autore presenterà i propri lavori.





sabato 19 gennaio 2013

Fusilli con crudo e carciofi

Ecco un'altra buonissima ricetta tratta da PIU' Cucina, la trovate a pag. 17 di PIU' Cucina Giugno/Luglio.
Non mi dilungo in parole, lascio parlare la ricetta che, sono certa, vi piacerà tantissimo se la provate.

Preparazione 20 minuti
Cottura Q.B. - Facilissima
Per 4 persone

Ingredienti:
500g di fusilli di semola fresca
70g di prosciutto crudo
150g di formaggio spalmabile
40g di parmigiano grattugiato
3 carciofi
1 spicchio d'aglio, menta (io non ce l'avevo e non l'ho messa)
olio extravergine d'oliva
sale, pepe

Procedimento:
Mondate i carciofi e tagliateli a spicchi sottili. Tagliate il prosciutto a listarelle. In una padella rosolate nell'olio lo spicchio d'aglio con i carciofi e le listarelle di prosciutto. Cuocete per 15 minuti.
Ponete sul fuoco una pentola con acqua salata e portate a bollore.
Mescolate il formaggio spalmabile con il parmigiano, 4 cucchiai di acqua di cottura della pasta, un pizzico di sale e di pepe e la menta spezzettata.
Buttate la pasta nell'acqua bollente, cuocetela e scolatela al dente. Condite la pasta con la crema al formaggio e la metà del condimento di carciofi e prosciutto.
Ponete la pasta nei piatti e servite con il condimento rimasto, dopo aver guarnito con foglioline di menta.

Per pochi giorni ancora trovate in edicola l'uscita di PIU' Cucina di Dicembre/Gennaio


Pasta e fagioli con le cozze



Ingredienti:
1 barattolo di fagioli borlotti lessati
1 kg di cozze circa
qualche totanetto
2 spicchi d'aglio tagliati a metà
1/4 di cipolla
prezzemolo tritato q.b.
150g di pasta formato lumachine
4 cucchiai di olio evo Dante
1 bicchiere di passata di pomodoro
sale, pepe q.b.
peperoncino q.b. (facoltativo)

Preparazione:
Soffriggere il trito aromatico in una casseruola di terracotta con l'olio caldo; unire i totanetti tagliati prima a rondelle e poi a tocchettti e rosolare per qualche istante. Unire anche i borlotti, sgocciolati dal liquido di conservazione e salare. Lasciare cuocere un paio di minuti, quindi, aggiungere la passata di pomodoro. Far cuocere per 10 minuti ancora e, infine, unire le cozze sgusciate a crudo (io le preferisco così) con il loro liquido. Lessare le lumachine in acqua bollente salata, e scolarli al dente, unirli alla zuppetta e fare insaporire tutto insieme per 2 minuti, regolare di sale e pepe, eventualmente con del peperoncino se piace, e servire.
Buono, buono, buono!!!


giovedì 17 gennaio 2013

Mezzelune di patate con salsiccia e dadolata di pomodori e peperoni

Per realizzare questo piatto ho preso spunto da una ricetta di Umberto Vezzoli vista su Alice, alla quale ho apportato alcune piccole, ma salienti, modifiche.
E' di una bontà esagerata e benchè nella ricetta ci siano peperoni e salsiccia, non risulta affatto pesante.

Ingredienti:
500g di patate a pasta gialla
200g di farina (più farina per infarinare)
1 uovo e 1 tuorlo
50g di parmigiano grattugiato
200g di salsiccia dolce o piccante
300g di pomodorini
1 peperone rosso
1/2 cipolla
1 uovo
olio evo Dante
sale e pepe q.b.

Preparazione:
tagliare a dadini le patate e lessarle in abbondante acqua bollente salata. Quando sono pronte, scolarle e lasciarle intiepidire, quindi passarle allo schiacciapatate, raccogliendo il passato in una ciotola. Unire il parmigiano, la farina, il tuorlo e amalgamare fino ad ottenere un impasto morbido ed omogeneo.
Spolverizzare il piano di lavoro con un pò di farina e stendere l'impasto a uno spessore di 2mm e con un coppapasta rotondo di 8/10 cm di diametro, ricavare dei dischi. Spennellarli con l'uovo leggermente sbattuto e distribuire al centro di ognuno un pezzetto di salsiccia spellata e sgranata, piegare a mezzaluna e sigillare i bordi con una forchetta.
Intanto, sbollentare i pomodori per un paio di minuti, scolarli, pelarli, tagliarli a metà, privarli dei semi e dell'acqua di vegetazione e, infine, tagliarli a dadini. Sciacquare i peperoni, eliminare i semi e le coste bianche interne, e tagliareli delle stesse dimensioni dei pomodori.
Far rosolare la cipolla in una padella con un filo d'olio evo Dante e unire le due dadolate e far cuocere per circa 30 minuti, aggiungendo un pò d'acqua se necessario. Spegnere, regolare di sale, profumare con una macinate di pepe. Vezzoli a questo punto frulla il tutto, ma io ho preferito lasciare pomodorini della loro consistenza a dadini.
Lessare i ravioli in acqua bollente salata con un cucchiaio di olio evo Dante e appena vengono a galla scolarli e trasferirli nella padella con la salsa e far saltare per un minuto, quindi, impiattare e servire.




martedì 15 gennaio 2013

Umido di merluzzo piccante con cannellini

Questa buonissima ricetta è tratta da: PIU' Cucina ottobre/novembre 2012.
Da tempo vedo e assaporo ricette che vedono sposarsi brillantemente i legumi con i molluschi, ma questa è la prima volta che ho provato a mangiarli con il pesce e, nella fattispecie, con il merluzzo.
Devo dire che il risultato mi ha sbalordito, ne sono rimasta entusiasta, ma del resto finora PIU' Cucina non mi ha mai deluso, con le sue ricette vado sempre a colpo sicuro e non lo dico perché con questa rivista ho un rapporto di collaborazione, lo dico perché sono stata abbonata per anni prima di avviare questa collaborazione e sono tutt'ora abbonata a PIU' Dolci, per cui parlo con cognizione di causa.
Vi riporto gli ingredienti e il procedimento di preparazione così come li trovate a pag. 53 della rivista.

Preparazione 20 minuti
Cottura 25 minuti
Facile
- Per 4 persone

Ingredienti:
500g di filetti di merluzzo fresco o surgelato
300g di passata rustica di pomodoro
1 cucchiaio di capperi dissalati
300g di cannellini lessati
1 ciuffetto di prezzemolo
1 carota piccola
1/2 costa di sedano
1/2 cipolla
1 spicchio d'aglio
peperoncino, sale, pepe
olio extravergine d'oliva

Preparazione:
In una casseruola con un filo d'olio rosolate gli odori tritati con i capperi; l'aglio e il peperoncino; lasciateli appassire senza imbiondirli, poi unite la passata di pomodoro e aromatizzate con il prezzemolo tritato, sale e pepe.
Cuocete a fuoco dolce per 20 minuti. Al sughetto aggiungete i filetti di merluzzo a pezzi e i cannellini. Proseguite la cottura per 10/12 minuti. Servite la preparazione cosparsa con altro prezzemolo tritato.

Per pochi giorni ancora trovate in edicola il numero di PIU' Cucina di Dicembre/Gennaio.


lunedì 14 gennaio 2013

Bavarese ai tre cioccolati

Questo di oggi è un dolce firmato Montersino: l'ho visto qualche mese fa sulla copertina di Alice e me ne sono subito innamorata, infatti, non ho atteso molto prima di realizzarlo, piuttosto è il risultato che aspetta da tre mesi d'essere postato.
Il mio consiglio è di realizzarlo almeno il giorno prima del consumo previsto perchè anche rispettando tutti i tempi di riposo indicati nella rivista, ho notato che il dolce si presentava ancora morbido al taglio e, benché di sapore fosse ottimo, a causa del taglio che smontava la bavarese, non ho fatto esattamente un figurone a casa delle persone a cui l'ho portato per dessert.
Al contrario quello che era rimasto in frigo a casa mia (perchè con questa dose ne ho realizzati due) il giorno dopo era perfetto e al taglio la fetta restava intera e non si spatasciava (lasciatemi passare il termine!), assumendo lo stesso aspetto di quella che si vedeva nella rivista.
Rispetto alla ricetta originale le uniche modifiche che ho apportato riguardano la decorazione perchè non ho usato marron glacès e oro alimentare.

Ingredienti per la bavarese:
400g di latte
75g di zucchero semolato
225 g di tuorli (una quindicina circa)
18g di gelatina in polvere (io ho usato quella in fogli)
125g di cioccolato fondente al 70% di cacao
125g di cioccolato al latte
125g di cioccolato bianco
750g di panna

ingredienti per la pasta biscotto:
180g di albumi
120g di tuorli
55g di cacao amaro in polvere
190g di zucchero semolato

Per la decorazione:
cioccolato plastico, panna montata e zucchero a velo

Vi riporto pari pari la ricetta sulla rivista con delle mie piccole modifiche riguardanti i tempi di riposo e la decorazione finale.

Preparazione:
per la bavarese: portare a bollore il latte e unirlo ai tuorli, lavorati con lo zucchero. Far cuocere, fino ad arrivare a 85°c, togliere dal fuoco e unire la gelatina, precedentemente ammollata in acqua. Dividere la crema inglese in tre parti uguali e unire a ciascuna un tipo di cioccolato diverso a pezzetti. Scaldare le creme fino a 30°c, unire a ogni crema 250g di panna semimontata e amalgamare. Tenere da parte.

Per il biscotto: montare gli albumi con lo zucchero, unire a filo i tuorli liquidi e infine il cacao. Amalgamare accuratamente e stendere il biscotto su una teglia, rivestita con carta forno. Infornare a 190° e fare cuocere per circa 10 minuti. Una volta cotto, sfornare e fare raffreddare.

Per il montaggio: mettere sul fondo di un rettangolo di acciaio (io ho usato uno stampo per plumcake) il biscotto al cacao. Versare la bavarese al cioccolato fondente, livellare e mettere nel congelatore per 20 minuti (io ho aspettato anche 30/40 minuti). Levare, coprire con la bavarese al cioccolato al latte, livellare e rimettere nel congelatore per altri 20 minuti (ovvero nel mio caso per altri 30/40 minuti). Trascorso il tempo, ripetere la stessa operazione per la bavarese al cioccolato bianco.
Dopo questo passaggio, ho fatto riposare la bavarese per circa 5/6 ore in congelatore, ma non sono bastate a renderla solida come doveva essere. Quella che non ho portato a casa dei miei amici, dopo averla tolta dal congelatore, l'ho fatta stare in frigo per una notte intera e il giorno dopo era perfetta.

Per la decorazione: sformare la bavarese. Spalmare la superficie con panna montata, stendere il cioccolato plastico, modellarlo in un drappeggio e sistemarlo sul dolce. Guarnire con ciuffetti di panna montata e spolverizzare con lo zucchero a velo (io ho preferito spolverizzare con cacao amaro).

Quella che ho fotografato è la bavarese che ho portato a cena e anche dalla foto si vede che non ha ancora raggiunto la giusta consistenza.

domenica 13 gennaio 2013

Panna cotta al limone


Vi ho già parlato in un altro post della bontà dei preparati a base di limone della Polenghi, oggi voglio parlarvi del preparato per panna cotta al limone.
Innanzi tutto, il packaging invita proprio all'acquisto: la foto esplicativa del prodotto mostra un bellissimo lingotto di panna cotta ricoperto di goloso sciroppo di limone e le istruzioni riportate sulla scatola sono semplici e dettagliate.
Infatti, basta bollire 300 ml di latte e 200 ml di panna per ottenere la base di panna a cui unire il preparato, riportando il tutto su fiamma moderata per altri 2 minuti ancora e versando il composto ottenuto in uno stampo che andrà in frigo per 4/5 ore prima di poter essere ripreso, decorato con lo sciroppo di limone incluso nella confezione e racchiuso in due pratici topping, e divorato.
Io questa volta ho voluto provare degli stampini in silicone che ho acquistato tempo fa. Sono venute fuori delle simpaticissime mini panne cotte da mangiare in due cucchiaiate.
Per motivi decorativi nella foto mi sono limitata a usare i topping, ma lontano dal flash della macchina fotografica ho riempito di sciroppo di limone le mini panne cotte, che sono risultate golosissime.

sabato 12 gennaio 2013

Pettole

Chi è pugliese come me sa come per noi le pettole siano un must immancabile durante il periodo natalizio.
Nella provincia di Taranto la prima pettolata si fa a S. Cecilia (22 novembre) e nel mio paese d'origine le pettolate proseguono fino a San Silvestro, passando per l'immacolata (8 Dicembre), S. Lucia (13 dicembre) e vigilia di Natale.
Fino a qualche anno fa, ora non so se si usa ancora farlo, nel mio paese di origine, il parroco organizzava una mega pettolata davanti al piazzale della chiesa a cui tutti erano invitati, ora che lui non c'è più non so se il suo successore abbia portato avanti questa usanza.
La caratteristica principale delle pettole è data dal tipo di impasto con cui sono fatte.
In realtà gli ingredienti sono i soliti: farina, acqua, lievito, sale. Ciò che cambia è la consistenza.
Infatti, l'impasto delle pettole è molto molle perchè ricco di acqua e proprio per questa sua consistenza viene fritto a cucchiaiate.
La tradizione vuole che una volte fritte vengano passate nello zucchero, ma io le ho sempre preferite con il sale, andando un pò controcorrente.
Mi piace molto anche tagliarle a metà e farcirle con formaggi e salumi o, come in questo caso, con il Bontazola Mauri.

Ingredienti:
1 kg di farina (io ho usato la 00 perchè mia madre usava sempre quella con ottimi risultati) Il Molino Chiavazza
800g di acqua
200/250g di lievito madre o in alternativa un cubetto di lievito di birra
18/20g di sale.

Preparazione:
Impastare tutti gli ingredienti come al solito, in planetaria o in una coppa, e far riposare fino al raddoppio (io l'ho fatto riposare 6/7 ore perchè il lievito madre ha bisogno di un riposo maggiore rispetto al lievito di birra).
Trascorso questo tempo friggere l'impasto a cucchiaiate (vedrete come si gonfieranno!) senza riempire troppo la padella che si usa per friggere.
Le pettole sono cotte quando hanno un bel colore dorato e non sono intrise di olio.
Per la frittura consiglio olio evo oppure olio di semi di arachidi, solo questi oli sono in grado di esaltare il sapore delle pettole.
Una volta cotte passare nello zucchero oppure spolverarle con un pò di sale o mangiarle come si preferisce (come faccio di solito io!)
Stavolta, ad es., mi sono gustata le mie pettole tagliandole in due e spalmandoci sopra del Bontàzola Mauri...   divine!!! Non saprei neanche dirvi quante ne ho mangiate, considerate che ho consumato oltre metà confezione.


venerdì 11 gennaio 2013

Risotto alla zucca e gorgonzola

Quando ho ricevuto la campionatura Mauri contenente, tra le altre cose, il Bontàzola, ho subito pensato che un'abbinamento che mi sarebbe sicuramente piaciuto e che avrei voluto provare era quello con la zucca.
Sono andata a comprare di corsa una fetta di zucca e ne ho prelevati 250g che ho ridotto a dadini.
Ho preparato un soffritto con un battuto finissimo di cipolla ed ho aggiunto i dadini di zucca ed ho fatto rosolare per un paio di minuti.
A parte ho preparato un brodo vegetale a cui ho aggiunto un pò di dado fatto in casa da me ed ho aggiunto un mestolo di questo brodo alla zucca in cottura ed ho lasciato andare il tutto a fuoco medio per una decina di minuti.
Nella stessa casseruola con la zucca, quando si è ristretto il tutto, ho aggiunto il riso, l'ho fatto tostare brevemente e poi ho cominciato a bagnare con il brodo caldo portandolo a cottura.
Qualche istante prima di spegnere il fuoco ho aggiunto il gorgonzola  Bontàzola (saranno stati 100g circa) ed ho mantecato il tutto.
L'ho servito in purezza, senza aggiungere altro e l'ho trovato davvero delizioso e cremoso, lo rifarò sicuramente.

giovedì 10 gennaio 2013

Ciambella al limone

 Mio marito, che è un gran golosone, più di tutto ama i dolci semplici.
A me che sono un'amante del cake design questa cosa sta un pò stretta perchè lui odia i dolci decorati in pdz e non ama particolarmente le farciture delle torte.
Essendo lui il principale consumatore dei dolci che preparo è ovvio che devo cercare di accontentarlo il più possibile.
Sapendo, quindi, di farlo felice ho pensato di preparare questa ciambella al limone che è risultata soffice come una nuvola, forse è la ciambella più soffice che abbia mai fatto, perfino i bordi erano morbidissimi.

Ingredienti:
240g di farina autolievitante
180g di zucchero
130g di burro morbido
3 uova intere
90g di succo di limone Polenghi Group

Preparazione:
lavorare a crema con le fruste elettriche il burro con lo zucchero ed aggiungere uno per volta, sempre mescolando, le uova. Quando il composto è bello gonfio e spumoso aggiungere, alternando, la farina e il succo di limone Polenghi Group. Infornare a 175° per 45 minuti o finchè la prova stecchino non darà esito positivo.
Volendo si può guarnire questa ciambella con zucchero a velo, ma è talmente buona con quel suo gusto di limone che non se ne sente il bisogno e poi, come dicevo sopra, è di una sofficità unica.
Provate e poi fatemi sapere.

mercoledì 9 gennaio 2013

Involtini di maiale con speck e pancetta

Qualche giorno fa, aprendo il frigorifero, mentre mi ponevo la solita domanda: "cosa cucino oggi?", vedo 4 fettine di costata di maiale senz'osso che mi gridavano a gran voce: "cucinaci, ti prego cucinaci!". Ok, pensai, oggi cucino carne, ma come? Continuai a rovistare nel frigo e trovai dello speck affettato, qualche fettina di pancetta tesa e della provola affumicata. All'improvviso si accende la lampadina e metto lo speck nel mixer con del pane in cassetta, la provola affumicata e un goccio di latte e lo aziono fino a ridurre il tutto in poltiglia. Prendo le fettine, le metto tra due fogli di carta argentata e le batto un pò per appiattirle, ci metto sopra la poltiglia di speck, pane e provola (pressando per farla aderire bene) e richiudo gli involtini avvolgendoci intorno le fettine di pancetta e chiudendo il tutto con degli stuzzicadenti.
Metto sul fuoco una casseruola che contenga a misura gli involtini (che erano praticamente dei cannoni!) con dell'olio evo Dante e qualche foglia di alloro e rosolo gli involtini su tutti i lati. Dopo qualche minuto, abbasso la fiamma portandola al minimo e lascio cuocere per un'oretta circa.
Nella casseruola si è formato un brodetto bello denso con dentro un pò di ripieno che è uscito fuori dagli involtini durante la cottura e l'ho usato per insaporire gli stessi dopo averli impiattati.
Non immaginate quanto fossero buoni.
La scelta di non usare sale poi è stata azzeccatissima perchè la carne è stata insaporita al punto giusto dallo speck e dalla pancetta, se l'avessi usato il tutto sarebbe risultato salato.
Squisiti!!!

Vi riporto un interessantissimo comunicato stampa degli Oleifici Mataluni, produttori dell'Olio Dante:


DALLA TAVOLA AL MOBILE, L’OLIO PER I GOURMET DIGITALI
Olio Dante sbarca sul mobile: ricette, faq e tabelle nutrizionali accessibili dagli smartphone

L’olio del Sommo Poeta sbarca sul mobile e da oggi “condisce” anche le pietanze dei gourmet digitali. Il 2013 inizia nel segno del web, dunque, con il mini-sito di Olio Dante, dove trovare le informazioni sui prodotti e scoprire le gustose ricette dei blogger.
Dopo la nascita del portale ed il premio “DM Awards 2012” per il miglior sito del largo consumo, gli Oleifici Mataluni si proiettano sempre più nel mondo digitale, implementando un nuovo mini-sito ottimizzato per tutti gli smartphone di ultima generazione, con contenuti dinamici e di facile fruizione sempre più integrati con i moderni social network. E non solo.
Digitando m.oliodante.com sul proprio telefonino, sarà possibile installare una simpatica app sull’I-phone, in modo da avere Olio Dante sempre a portata di click.
Inoltre, attraverso il QR Code presente su packaging e pubblicità, i consumatori potranno accedere direttamente al mini-sito anche in fase di acquisto, per consultare le faq e le schede dei prodotti con le tabelle nutrizionali realizzate dal Criol, il Centro di ricerca degli Oleifici Mataluni. Sul sito mobile è presente anche un’ampia sezione dedicata a Dante Condisano, il nuovo olio di oliva arricchito con vitamina D e al nuovo packaging in PET: più pratico e leggero del vetro, e 100% riciclabile.
E per gli appassionati di cucina, spazio alla gastronomia con tante ricette preparate dai food blogger di Olio Dante, navigando nella sezione “Antipasti”, “Primi Piatti”, “Secondi Piatti”, “Contorni e Insalate”, “Salse e Condimenti” e “Dolci”. All’interno del menu “Media”, invece, è presente un vero e proprio contenitore multimediale con immagini, spot, caroselli ed interviste, già disponibili anche nel sito istituzionale www.oliodante.com.
Con la versione mobile di Olio Dante, gli Oleifici Mataluni confermano la vocazione alla ricerca anche nel settore Digital, attraverso l’ideazione di una vera e propria community che integra social network e mondo dei food blog.
La versione per smartphone è stata sviluppata dagli Oleifici Mataluni, con il supporto della Core e Pixsael ICT Solution, società sannite specializzate nella realizzazione di sistemi informativi e siti web.





martedì 8 gennaio 2013

Torciglioni e stuzzichini di pasta sfoglia

In questo post vi avevo parlato degli aperitivi e antipasti che avevo preparato per la cena di S. Silvestro. Uno di questi aperitivi sono stati questi torciglioni di sfoglia che sono facilissimi da preparate e buonissimi da mangiare, anche il giorno dopo (sempre che avanzino, naturalmente!)
Io li ho preparati in due modi: con prosciutto cotto tritato e provola dolce; salame piccante fontina e nduja.
Ho utilizzato anche due metodi diversi per prepararli: i primi (quelli al cotto e provola) li ho fatti stendendo su un rettandolo di sfoglia la provola tritata e il prosciutto tritato, ho sovrapposto un'altra sfoglia, ho pressato per far aderire bene, ho tagliato dei rettangoli di pasta lungo la lunghezza della sfoglia e poi li ho attorcigliati e posti su una teglia rivestita di carta forno. Li ho spennellati con uovo battuto e poi li ho cotti in forno a 190° fino a doratura.
I secondi li ho fatti spennellando di uovo battuto un rettangolo di sfoglia. Ho posizionato sulla stessa la 'nduja spezzettata, la fontina a dadini piccolissimi e sopra la spianata piccante calabrese che è un salame piccante buonissimo.
Stavolta non ho messo altra sfoglia sopra, ho solo tagliato i rettangoli di pasta e attorcigliato fino a non far quasi vedere il ripieno. Per la cottura ho proceduto allo stesso modo degli altri torciglioni, cioè ho spennellato con uovo battuto e cotto in forno a 190° fino a quando la sfoglia si è gonfiata e dorata per bene.
Tra tutti e due ho preferito in assoluto i torciglioni con la 'nduja. Erano sì piccantissimi e se uno non è abituato è meglio evitarli, ma speciali, davvero speciali, anche perchè si sentiva di più il ripieno rispetto agli altri che avevano una doppia sfoglia.
Quelli che vedete in foto sono i torciglioni ripieni di prosciutto e provola, gli altri sono finiti prima di fotografarli!

Ora passiamo agli altri stuzzichini che ho preparato sempre a S. Silvestro: il forno invocava pietà!
Sono molto simili a questi che ho postato tempo fa anche se si differenziano notevolmente per il ripieno e, quindi, per il sapore.
L'altra volta avevo utilizzato i salamini Beretta, questa volta, invece, ho utilizzato la salsiccia di maiale, ma non una qualsiasi bensì quella di Palizzi il paese di origine di mio suocero, dove la salsiccia la fanno ancora come una volta, mettendoci solo carne di maiale di prima qualità e senza aggiunta di salse o qualsiasi cosa possa modificare il sapore della carne. Si capisce che questa salsiccia è buona anche perchè durante la cottura resta sempre dello stesso spessore, altre salsicce sembrano scomparire.
Anche in questo caso, ho tagliato a misura delle salsicce la pasta sfoglia, l'ho spennellata con l'uovo battuto (operazione necessaria se non si vuole un ripieno che scappa da tutte le parti) ed ho coperto con altra pasta sfoglia tagliata anch'essa a misura e spennellata di uovo battuto dal lato a contatto con la carne.
Ho fatto aderire bene le due sfoglie e chiuso ad incastro la salsiccia tra le stesse. Visto che la salsiccia era molto spessa si sono potuti fare al massimo due occhielli, ma è bello e scenografico quando se ne riescono a fare anche tre o quattro.
A questo punto, essendo la salsiccia più delicata rispetto ai salamini Beretta ed avendo, quindi, la tendenza a sbriciolarsi durante l'operazione di taglio ho pensato di fare un passaggio più lungo in congelatore (dalle 2 alle 3 ore), andando di tanto in tanto a controllare che non si congelasse tutto.
Passato questo tempo ho potuto tagliare delle strisce di pasta per lungo dello spessore di circa 1cm o poco più, ho spennellato con l'uovo battuto solo dalla parte della sfoglia ed ho cotto in forno a 190° fino a doratura della sfoglia e cottura della carne.
Anche questi stuzzichini hanno riscosso un gran successo.

E questa è la focaccia rustica, la cui ricetta la trovate qui, ho solo sostituito il lievito di birra con 150g di lievito madre. La mia soddisfazione più grande è stata il fatto che mi è venuta identica in tutto e per tutto a quella di mia madre (che bello ritrovare i suoi sapori ora che lei non c'è più, ne avevo proprio bisogno).

venerdì 4 gennaio 2013

Panettone gastronomico


Qual è il peggiore incubo di una blogger appassionata di cucina? Sentirsi dire il 30 di dicembre che la sera del 31 si cena a casa sua e avere il timore di non avere il tempo di organizzare una cena all'altezza dell'evento.
Le cose sono più o meno andate in questo modo: domenica 30 dicembre sono andata a pranzo a casa di mia suocera e lei mi dice"allora, domani siamo qua?" e io le rispondo di sì e lei incalza e dice "voglio dire, domani siamo a casa tua? Tuo marito ci ha invitati tutti!" e io pur cadendo dalle nuvole ho detto "sì, per me va bene".
In realtà sono stata anche troppo contenta di organizzare la cena di S. Silvestro, l'unico problema è che non avendo avuto preavviso ho dovuto studiarmi in tutta fretta un menù che fosse all'altezza dell'occasione e, cosa più importante, ho dovuto cercare di gestirmi al meglio il tempo perché il 31, oltretutto, dovevo anche lavorare.
Nel pomeriggio mi sono studiata il menù che comprendeva una serie di stuzzichini e aperitivi e due primi, per il secondo aveva detto mia suocera che avrebbe provveduto a preparare cotechino con contorno di lenticchie e purè di patate.
I miei aperitivi e stuzzichini sarebbero stati: panettone gastronomico, focaccia rustica pugliese, alici ripiene, torciglioni di pasta sfoglia e stuzzichini di sfoglia di diversi gusti.
I due primi, invece, erano. tagliolini agli scampi su cialda al parmigiano e lasagne ai gamberi (la sfoglia da preparare rigorosamente a mano!)
Come al solito ho scelto un menù ambizioso e ricco e fino all'ultimo ho temuto di non farcela, ma alla fine, grazie anche al fatto che ho cominciato a fare qualcosa dalla sera del 30 e che non mi sono fermata un momento da quando sono tornata dal lavoro il 31, sono riuscita a mettere tutto in tavola e con ottimi risultati.
Tornando al panettone gastronomico, era la prima volta che lo facevo e avendo trovato diverse ricette in rete non sapevo su quale orientarmi e alla fine ho deciso di fidarmi di una trovata sul sito enogastronomico Cookaround e devo dire che il risultato è stato davvero fantastico, ho ricevuto tanti di quei complimenti che non posso fare a meno di consigliare anche a voi questa ricetta.
La ricetta non la riporto integralmente perché ho inserito il link diretto per trovarla su Cookaround (dove c'è anche un utilissimo passo passo), mi limiterò a dirvi la lista degli ingredienti e a dirvi alcune varianti che ho adottato.
 La lista degli ingredienti è composta da:: 250g di farina manitoba Il Molino Chiavazza, 250g di farina, 250g di latte, 80g di burro morbido, 40 g di zucchero, 15g di lievito di birra, 10g di sale, 3 tuorli.
Le varianti che ho applicato rispetto alla ricetta originale sono le seguenti: al posto del lievito di birra ho usato il lievito madre, ho prolungato i tempi di riposo e ciò ha fatto sì che l'impasto si triplicasse anzichè raddoppiasse e ciò chiaramente lo ha reso più leggero e soffice e, infine, durante la cottura, per mantenere umidità all'interno del forno, ho disposto su una placca ad un livello inferiore del panettone dei cubetti di ghiaccio.
Un'ultima cosa che ho fatto, ma che sconsiglio vivamente di fare, è stato praticare un incisione a croce sull'impasto prima di cuocerlo, la stessa incisione che si pratica sui panettoni dolci, questa operazione ha sgonfiato, fortunatamente solo di qualche millimetro, l'impasto che comunque in forno è cresciuto ancora.
Per quanto riguarda la farcitura è composta da:
1° strato - maionese e prosciutto cotto (ci andava bene anche una foglia di lattuga, ma mio marito me l'ha portata troppo tardi!)
2° strato: mozzarella di bufala a fettine piuttosto spesse e prosciutto crudo
3° strato: salsa tonnata, fettine di salmone affumicato e due fili di erba cipollina tagliuzzati
4° strato: fettine di mozzarella di bufala, pomodorini tagliati a rondelle, olio, sale e pepe (in pratica, una caprese)
5° strato: salame napoli e sottilette Inalpi

Dopo aver guarnito a piacere il panettone gastronomico, e prima di metterlo in tavola, l'ho tagliato in 4 parti, così ognuno ha potuto decidere quale farcitura scegliere, fetta dopo fetta.
Vi ripeto che è stato un successone!


giovedì 3 gennaio 2013

vol-au-vent con mortadella e taleggio

Il 26 dicembre scorso, a S. Stefano quindi, mio marito per paura di mangiare gli avanzi del giorno di Natale a casa di mia suocera, mi ha chiesto di restare a casa nostra e di preparare io qualcosa.
Pur venendo da due abbuffate consecutive, quella della vigilia e quella del giorno di Natale, non me la sono sentita di far passare questo giorno di festa in sordina, mangiando magari un brodo di dado e mi sono studiata un menù dell'ultimo momento che ha comunque soddisfatto me e mio marito, le bimbe sono rimaste a pranzo dalla nonna.
Come aperitivo ho preparato dei vol au vent alla mortadella e bon tàleggio Mauri e come primo un risotto agli asparagi e salsiccia, ma la ricetta del risotto la riporterò appena avrò un minuto libero nel mio blog dedicato alle verdure V di Verdura.
Occupiamoci ora dei vol au vent alla mortadella e bon taleggio Mauri.

Ingredienti:
10 vol-au-vent di pasta sfoglia già pronti
120gr di mortadella in fetta unica
70gr di bon taleggio Mauri
una trentina di pistacchi sgusciati
un pizzichino di sale
latte q.b. (se serve)

Preparazione:
per prima cosa, passare i vol-au-vent per qualche minuto in forno caldo a 180°, per renderle fragranti.
Tagliare a dadini la mortadella e passarla nel mixer insieme al formaggio, una ventina di pistacchi, un pizzichino di sale e un goccio di latte per rendere cremosa la mousse.
Trasferire il composto in un sac a poche e riempire con la mousse i vol-au-vent e guarnire con i pistacchi rimasti tritati al coltello.
A me sono piaciuti davvero tanto e in più sono anche molto scenografici.

mercoledì 2 gennaio 2013

Liquore ai tre cioccolati

2° ricetta del 2013: un golosissimo liquore al cioccolato, ma non uno qualsiasi, questo è un liquore ai tre cioccolati.
Ingredienti:
1l di latte
700g di zucchero
estratto di vaniglia Flavourart
100g di cacao amaro
150g di cioccolato fondente
100 g di cioccolato gianduia
300ml di alcool puro
Con queste dosi verranno fuori circa 2l di buonissimo liquore al cioccolato.

Procedimento:
scaldare il latte con l'estratto di vaniglia e unire lo zucchero, mescolare fino a far sciogliere lo zucchero, ma senza mai portare ad ebollizione il latte.
Setacciare il cacao ed unirlo al latte con lo zucchero e mescolare (all'inizio si formeranno dei grumi, ma mescolando bene andranno via), quindi, unire il cioccolato fondente e il cioccolato gianduia.
Cuocere lo sciroppo al cioccolato per una mezz'ora mescolando di tanto in tanto e sempre senza portare a bollore.
Trascorso questo tempo, spegnere il fuoco e far raffreddare bene lo sciroppo di cioccolato prima di unire l'alcool.
Mescolare bene e imbottigliare.
Questo liquore si può bere anche subito senza bisogno di farlo riposare, ma consiglio di tenerlo in frigo e di agitare bene la bottiglia prima di servirlo.
Con questa ricetta partecipo al contest:

martedì 1 gennaio 2013

Dessert al bicchiere al cioccolato bianco e fondente

Buon anno a tutti! 
Un grazie a tutte le blogger e non che mi hanno fatto gli auguri in questi giorni; "Dolci idee e non solo" è cresciuto davvero tanto nel 2012 grazie a loro e grazie a tutti voi.
Spero sinceramente che il 2013 porti a tutti salute e prosperità, certo non si può credere che tutto possa essere solo positivo, quindi, l'augurio è che quanto meno il 2013 sia migliore dell'anno appena trascorso... per tutti!
La prima ricetta che propongo per il 2013 è dedicata ad un dessert che non preparavo da un pò: un delizioso dolce al bicchiere.
Qualche giorno fa, presa anche dal desiderio di inaugurare questi bicchieri che avevo da poco acquistato, mi son detta: "perché non prepararne uno?" E allora mi sono subito messa all'opera. Ho preparato due mousse: una al cioccolato bianco e una al cioccolato fondente (per maggior praticità si possono anche usare le bustine in commercio per preparare la cioccolata calda, che si possono arricchire di sapore unendo qualche quadratino cioccolata bianca e fondente).
Ho messo la mousse al cioccolato fondente alla base del bicchiere, ci ho sbriciolato sopra due biscotti McVities ed ho ricoperto con la mousse al cioccolato bianco. Giusto per terminare in bellezza, ho sbriciolato altri due biscotti McVities, ho tagliato in due un altro biscotto e l'ho usato per guarnire il cioccolato ed infine ho grattugiato su tutta la superficie del dolce del cioccolato fondente.
Una vera delizia che mio marito ha divorato con avidità!
Con questa ricetta partecipo al contest.