Avete mai visto questo demenziale, irriverente e divertentissimo film?
Io l'ho visto per la prima volta circa 11 anni fa e ora vi racconto com'è andata.
Era un sabato mattina di primavera inoltrata e avevo appena acquistato Panorama con la videocassetta in allegato.
Il titolo: "Tutti pazzi per Mary" mi ricordò un mio carissimo amico che, dopo aver visto il film al cinema, fantasticava su Cameron Diaz che aveva recitato senza reggiseno sotto gli indumenti.
Solo questo messaggio era passato attraverso il grande schermo?!?
Appena inserita la videocassetta comparve sulla mia tv un Ben Stiller goffo, brutto e innamorato pazzo di Mary (Cameron Diaz).
La sera del ballo studentesco Ben Stiller passa a prendere Mary, la natura chiama e Ben si precipita in bagno e, mentre è intento a fare i suoi bisogni, si accorge che di fronte a lui c'è la finestra aperta con affaccio sulla stanza di Mary.
Mary intanto è svestita e quando si accorge, insieme a sua madre, che lui la sta guardando pensa, vedendolo con "salsiccia e fagioli" tra le mani (licenza poetica del film), che si stia masturbando spiandola.
Preso dall'impaccio del momento Ben alza frettolosamente la zip del pantalone e gli rimane tutto, ma proprio tutto, incastrato ...Ahiii, che dolore!!!!
In quel momento scoppio a ridere e, complice la finestra aperta, le mie risate si diffondono all'esterno (chissà cosa avrà pensato chi mi ha ascoltato in quel momento!), non la finivo più, ricordo che mi lacrimavano perfino gli occhi.
Uno per volta i familiari di Mary cercano di soccorrere il povero Ben, poi arriva un vigile del fuoco ed infine la polizia che comunica via radio l'accaduto (alla faccia della privacy!) ed infine Ben viene portato in ospedale su una barella, dove il fattaccio è visibile a tutti.
Povero ragazzo, dopo questa umiliazione è costretto a cambiare scuola e perfino città, ma non scorderà mai Mary.
Ormai adulto Ben decide di ritrovarla e dal momento in cui le loro strade si incrociano di nuovo, equivoci e situazioni imbarazzanti al limite del paradossale diventano la normalità del film.
Vogliamo parlare del consiglio di non uscire con il colpo in canna?
Purtroppo per Ben l'amico non si riferisce ad una pistola e lui è costretto a sfogliare riviste erotiche prima dell'appuntamento con Mary e, proprio nel momento clou, Mary suona al campanello e Ben per l'agitazione si perde tra le mani il suo liquido seminale che Mary scorge sul suo orecchio e, scambiandolo per gel per capelli, lo preleva e dice: " ah, bene... io l'ho finito!" e se lo passa sul ciuffo, che resterà dritto per il resto della serata.
Un'altra scena indimenticabile è quella del cane drogato che attacca Ben.
Che dire, non sarà il film più intelligente e impegnato che io abbia visto, ma è senz'altro uno dei più divertenti.
La ricetta che associo a questo film è una torta al cioccolato bianco perché Mary è dolce, bionda e poi: sono "Tutti pazzi per il cioccolato bianco".
Ingredienti:
250g di farina di mandorle
150g di zucchero semolato
200g di cioccolato bianco
5 uova
80g di limoncello
scorza grattugiata di 3 limoni
succo di 1 limone
zucchero a velo q.b.
Procedimento:
mettere in un mixer la farina di mandorle, lo zucchero semolato e il cioccolato bianco e azionare. Aggiungere con il mixer in movimento le uova, una per volta, il limoncello, la scorza ed il succo di limone.
Versare il composto, che si presenterà piuttosto sodo, in una tortiera di 26cm di diametro e cuocere in forno già caldo a 180° da 50 a 60 minuti.
Per via dell'assenza di farina nell'impasto la torta resterà sempre un pò umida al suo interno, anche a cottura ultimata.
Sfornare, sformare e guarnire la torta con zucchero a velo e servire con un bicchierino di limoncello (lo stesso usato nell'impasto).
Una torta per cui si può IMPAZZIRE!!!
Con questa ricetta partecipo al contest di Patty di Andante con gusto per la categoria COMMEDIA LEGGERA.
sabato 29 settembre 2012
venerdì 28 settembre 2012
Maxi calamari ripieni
Venerdì scorso, dopo aver accompagnato la mia bimba a scuola (a proposito, ha cominciato la prima elementare... che emozione!), mi sono fermata dal mio pescivendolo di fiducia.
Mi ha detto che fino a metà ottobre la pesca è ferma, per cui non si ha varietà di pescato in questo periodo.
La notte precedente però, una barchetta di pescatori aveva pescato dei grossi calamari che, dopo averli visti, mi sono immaginata ripieni.
Ne ho comprati due per 1,100kg.
Ingredienti:
2 grossi calamari da circa mezzo kg ciascuno
Per il ripieno:
teste dei calamari
100g di pane
2 uova
olio evo Dante q.b.
sale, pepe, prezzemolo tritato q.b.
parmigiano reggiano q.b.
aglio tritato (facoltativo)
Per il sugo:
1 bicchiere di passata di pomodoro
2 spicchi d'aglio
40g di olio Dante
sale q.b.
peperoncino piccante q.b. (facoltativo)
Procedimento:
Lavare e pulire accuratamente i calamari, privandoli anche della pelle.
Togliere le teste e metterle nel mixer insieme agli altri ingredienti per il ripieno e tritare finchè non si ottiene una poltiglia omogenea e malleabile.
Riempire per 3/4 i calamari con questo ripieno (non esagerare a riempire i calamari perchè durante la cottura si gonfiano e possono scoppiare) e richiudere la parte superiore con uno stuzzicadenti.
In una capiente casseruola antiaderente far imbiondire l'aglio nell'olio evo e poi aggiungere i calamari, facendoli dorare tutto intorno, quindi aggiungere la passata di pomodoro, sale, pepe, eventualmente del peperoncino e un pò di acqua, quindi coprire e lasciare cuocere a fuoco moderato per 40/50 minuti.
Passato questo tempo il sugo si addenserà e potrà essere usato per condire un bel piatto di pasta, i calamari saranno pronti per essere mangiati come secondo.
Sono buonissimi!!!!
Vi consiglio di visionare un link interessantissimo propostomi dall'azienda produttrice dell'olio Dante: http://www.oleificimataluni.com/oliodante/salute.php
Mi ha detto che fino a metà ottobre la pesca è ferma, per cui non si ha varietà di pescato in questo periodo.
La notte precedente però, una barchetta di pescatori aveva pescato dei grossi calamari che, dopo averli visti, mi sono immaginata ripieni.
Ne ho comprati due per 1,100kg.
Ingredienti:
2 grossi calamari da circa mezzo kg ciascuno
Per il ripieno:
teste dei calamari
100g di pane
2 uova
olio evo Dante q.b.
sale, pepe, prezzemolo tritato q.b.
parmigiano reggiano q.b.
aglio tritato (facoltativo)
Per il sugo:
1 bicchiere di passata di pomodoro
2 spicchi d'aglio
40g di olio Dante
sale q.b.
peperoncino piccante q.b. (facoltativo)
Procedimento:
Lavare e pulire accuratamente i calamari, privandoli anche della pelle.
Togliere le teste e metterle nel mixer insieme agli altri ingredienti per il ripieno e tritare finchè non si ottiene una poltiglia omogenea e malleabile.
Riempire per 3/4 i calamari con questo ripieno (non esagerare a riempire i calamari perchè durante la cottura si gonfiano e possono scoppiare) e richiudere la parte superiore con uno stuzzicadenti.
In una capiente casseruola antiaderente far imbiondire l'aglio nell'olio evo e poi aggiungere i calamari, facendoli dorare tutto intorno, quindi aggiungere la passata di pomodoro, sale, pepe, eventualmente del peperoncino e un pò di acqua, quindi coprire e lasciare cuocere a fuoco moderato per 40/50 minuti.
Passato questo tempo il sugo si addenserà e potrà essere usato per condire un bel piatto di pasta, i calamari saranno pronti per essere mangiati come secondo.
Sono buonissimi!!!!
giovedì 27 settembre 2012
Lievito madre
Cosa c'è di più naturale del lievito madre?
Miliardi di micro organismi attivi in pochi grammi di lievito.
Le nostre nonne, che la sapevano lunga, panificavano solo con il lievito madre.
Certo non bisogna demonizzare il lievito di birra, ma chiaramente quando si parla di lievito madre si parla di qualcosa di naturale che non ha subito nessun processo industriale.
I vantaggi del lievito di birra sono evidenti, il primo tra tutti è quello di consentire una lievitazione più veloce, ma alcune volte il sapore del prodotto finale ne risente, nel senso che il sapore del lievito alcune volte si sente anche nel prodotto finito.
Il lievito naturale o lievito madre, generalmente usato per la panificazione, prevede tempi più lunghi per la lievitazione, è più facilmente digeribile e non modifica il sapore del prodotto in cui viene usato.
Quella che vi propongo oggi è in assoluto la ricetta più naturale di lievito madre: in molte, infatti, per facilitare il processo di fermentazione della farina si troveranno tra gli ingredienti o il miele o la mela grattugiata, nella mia ricetta (o meglio la ricetta di Sara Papa, modificata solo nelle quantità), si partirà da farina e acqua, lasciando fare tutto il resto ai micro organismi presenti nell'acqua e nell'aria.
Ingredienti:
40 g di farina Manitoba il Molino Chiavazza
20 g di acqua
farina e acqua per i rinfreschi q.b.
Procedimento:
per fare un buon lievito madre bisogna avere alcune accorgimenti iniziali: 1) partire da una farina forte; 2) usare sempre la stessa farina anche per i rinfreschi; 3) finchè il lievito madre non è pronto (ci vorranno una quindicina di giorni) bisognerà buttare una parte di lievito.
Ho deciso di partire da 40g di farina e 20g di acqua per buttare il meno possibile di farina, tanto vedrete che in 15gg di rinfreschi, malgrado se ne butterà una parte, si avrà comunque una quantità considerevole di lievito pronto per la panificazione.
Impastare, quindi, la farina con l'acqua e mettere in un contenitore possibilmente di vetro e coprirlo con un panno e lasciarlo stare in un angolo della cucina per tre giorni prima di riprenderlo.
Sara Papa dice che in alternativa al classico canovaccio si può usare la pellicola o un canovaccio umido.
In questi ultimi due casi a me si era formata la muffa al lievito e ho dovuto buttare via tutto, invece con il panno asciutto è andato tutto per il meglio ed al terzo giorno ho potuto riprendere il mio lievito (sulla parte superiore si formerà una crosta che andrà eliminata), l'ho pesato ed ho messo pari quantità di farina manitoba del Mulino Chiavazza e metà di acqua. Ho fatto in questo modo 5 rinfreschi giornalieri (uno al giorno) e poi Sara Papa consigli di fare 2 rinfreschi al giorno per altri 5 giorni (io ho continuato a farne comunque uno). A questo, punto il lievito madre dovrebbe essere pronto per la panificazione, il mio almeno lo era.
Ho cominciato a preparare il lievito madre nei giorni in cui faceva molto caldo, quindi, quando era quasi pronto, notavo che raddoppiava in poche ore.
Ciò che fa capire che il lievito madre è pronto non è solo la capacità di raddoppiare di volume in poco tempo, ma anche l'assenza di acidità nell'odore (che nei primi giorni è abbastanza forte).
Quando il lievito è pronto fare un rinfresco e metterlo in frigo, dove prima del successivo rinfresco può restare anche fino a 5/7 giorni.
Accorgimenti:
1) per non essere sommersi di lievito madre, prima di ogni rinfresco nei primi giorni (conviene buttarne una parte);
2) conviene fare i rinfreschi la sera per avere il lievito per la panificazione pronto la mattina seguente;
3) dopo il rinfresco rimettere in frigo solo il lievito che non verrà utilizzato. Quello usato per la panificazione va lasciato fuori.
Questa è la foto del mio lievito madre trascorsi i primi 15 giorni, subito dopo il rinfresco.
Miliardi di micro organismi attivi in pochi grammi di lievito.
Le nostre nonne, che la sapevano lunga, panificavano solo con il lievito madre.
Certo non bisogna demonizzare il lievito di birra, ma chiaramente quando si parla di lievito madre si parla di qualcosa di naturale che non ha subito nessun processo industriale.
I vantaggi del lievito di birra sono evidenti, il primo tra tutti è quello di consentire una lievitazione più veloce, ma alcune volte il sapore del prodotto finale ne risente, nel senso che il sapore del lievito alcune volte si sente anche nel prodotto finito.
Il lievito naturale o lievito madre, generalmente usato per la panificazione, prevede tempi più lunghi per la lievitazione, è più facilmente digeribile e non modifica il sapore del prodotto in cui viene usato.
Quella che vi propongo oggi è in assoluto la ricetta più naturale di lievito madre: in molte, infatti, per facilitare il processo di fermentazione della farina si troveranno tra gli ingredienti o il miele o la mela grattugiata, nella mia ricetta (o meglio la ricetta di Sara Papa, modificata solo nelle quantità), si partirà da farina e acqua, lasciando fare tutto il resto ai micro organismi presenti nell'acqua e nell'aria.
Ingredienti:
40 g di farina Manitoba il Molino Chiavazza
20 g di acqua
farina e acqua per i rinfreschi q.b.
Procedimento:
per fare un buon lievito madre bisogna avere alcune accorgimenti iniziali: 1) partire da una farina forte; 2) usare sempre la stessa farina anche per i rinfreschi; 3) finchè il lievito madre non è pronto (ci vorranno una quindicina di giorni) bisognerà buttare una parte di lievito.
Ho deciso di partire da 40g di farina e 20g di acqua per buttare il meno possibile di farina, tanto vedrete che in 15gg di rinfreschi, malgrado se ne butterà una parte, si avrà comunque una quantità considerevole di lievito pronto per la panificazione.
Impastare, quindi, la farina con l'acqua e mettere in un contenitore possibilmente di vetro e coprirlo con un panno e lasciarlo stare in un angolo della cucina per tre giorni prima di riprenderlo.
Sara Papa dice che in alternativa al classico canovaccio si può usare la pellicola o un canovaccio umido.
In questi ultimi due casi a me si era formata la muffa al lievito e ho dovuto buttare via tutto, invece con il panno asciutto è andato tutto per il meglio ed al terzo giorno ho potuto riprendere il mio lievito (sulla parte superiore si formerà una crosta che andrà eliminata), l'ho pesato ed ho messo pari quantità di farina manitoba del Mulino Chiavazza e metà di acqua. Ho fatto in questo modo 5 rinfreschi giornalieri (uno al giorno) e poi Sara Papa consigli di fare 2 rinfreschi al giorno per altri 5 giorni (io ho continuato a farne comunque uno). A questo, punto il lievito madre dovrebbe essere pronto per la panificazione, il mio almeno lo era.
Ho cominciato a preparare il lievito madre nei giorni in cui faceva molto caldo, quindi, quando era quasi pronto, notavo che raddoppiava in poche ore.
Ciò che fa capire che il lievito madre è pronto non è solo la capacità di raddoppiare di volume in poco tempo, ma anche l'assenza di acidità nell'odore (che nei primi giorni è abbastanza forte).
Quando il lievito è pronto fare un rinfresco e metterlo in frigo, dove prima del successivo rinfresco può restare anche fino a 5/7 giorni.
Accorgimenti:
1) per non essere sommersi di lievito madre, prima di ogni rinfresco nei primi giorni (conviene buttarne una parte);
2) conviene fare i rinfreschi la sera per avere il lievito per la panificazione pronto la mattina seguente;
3) dopo il rinfresco rimettere in frigo solo il lievito che non verrà utilizzato. Quello usato per la panificazione va lasciato fuori.
Questa è la foto del mio lievito madre trascorsi i primi 15 giorni, subito dopo il rinfresco.
martedì 25 settembre 2012
Colla edibile
Per chi, come me, ama le decorazioni in pasta di zucchero, questa ricetta risulterà molto utile.
Qualche tempo fa ho trovato in un negozio una boccetta di gomma arabica da circa 30gr e l'ho pagata 4,90Euro.
Avevo già letto da qualche parte che con la gomma arabica si poteva fare la colla edibile, ma riportava delle dosi sballate, cioè due parti di acqua con una parte di gomma arabica. Ho provato a farla, ma la gomma arabica con queste dosi non riusciva neanche a sciogliersi.
Il mese scorso ho acquistato un libro di Alan dunn (il mago dei fiori in pdz) e le dosi da lui riportate per fare la colla edibile erano di 5 parti di acqua e una parte di gomma arabica.
Anche con queste dosi la gomma arabica non si scioglieva benissimo e allora ho aumentato le dosi a 6 parti di acqua e una parte di gomma arabica e così ho ottenuto una colle edibile fantastica, ne basta solo una leggera pennellata ed attacca tutto, subito, perfettamente.
Per dare il meglio, la colla edibile deve riposare nel contenitore dove è stata miscelata per qualche ora prima di utilizzarla.
Ha una resa fantastica, io l'ho utilizzata per attaccare le varie parti delle mini wedding cakes che vi ho mostrato nel precedente post.
Ingredienti:
5gr di gomma arabica (se non la trovate dovrebbe andare bene anche la gomma adragante)
30g di acqua
Unire la gomma arabica all'acqua e miscelare bene con un pennello fino a che la gomma arabica si scioglie del tutto. Far riposare la colla qualche ora prima di usarla.
Quando la colla non si usa, si copre il barattolino con il suo tappo e si conserva in frigo.
P.S.: lavare accuratamente il pennello dopo l'utilizzo altrimenti le setole si attaccano e diventano durissime.
Quando la colla non si usa, si copre il barattolino con il suo tappo e si conserva in frigo.
P.S.: lavare accuratamente il pennello dopo l'utilizzo altrimenti le setole si attaccano e diventano durissime.
lunedì 24 settembre 2012
Mini wedding cakes
In questo
post ho parlato di come realizzare lo zucchero a velo fatto in casa e di come sia possibile utilizzarlo per la preparazione della pasta di zucchero.
Il 12 settembre si è sposata una coppia di amici miei e di mio marito.
Un giorno parlando con Francesca, la futura sposa, mi disse di aver visto queste mini wedding cakes e di volerle acquistare come segna posto per il suo matrimonio.
Disse di averne chiesto il prezzo, ma la dipendente del negozio non sapeva bene quale fosse.
In un'altro negozio disse di aver visto altre mini wedding cakes a 2,80Euro ciascuna.
Le dissi che, per quanto lavorate siano, queste tortine non valgono certo una spesa così esagerata e mi offrii di fargliele io in aggiunta al regalo che le avrei comunque fatto.
Dopo aver fatto le prime due dosi di pdz con lo zucchero a velo comprato, mi sono resa conto che queste tortine mi sarebbero venute a costare un patrimonio perchè con una dose ne venivano circa 6 e dovevo confezionarne 110, quindi è nata da lì (dal risparmio) l'idea di provare a fare la pasta di zucchero con zucchero a velo fatto in casa.
Esperimento riuscitissimo!
Per realizzare queste tortine ho utilizzato circa 9 kg di pasta di zucchero, potete immaginare quindi quanto ho risparmiato facendo da me lo zucchero a velo.
La casa è stata invasa di tortine per oltre una settimana, le facevo nei ritagli di tempo, la sera quando le bambine dormivano o mi alzavo presto la mattina.
Spero vi piacciano, a Francesca sono piaciute molto e ne sono davvero felice.
Un bacio e... alla prossima!
E per pulire, infine, tutto lo zucchero e l'amido di mais rimasti in giro per casa il mio, ormai inseparabile, sgrassatore Emulsio Salvambiente
Il 12 settembre si è sposata una coppia di amici miei e di mio marito.
Un giorno parlando con Francesca, la futura sposa, mi disse di aver visto queste mini wedding cakes e di volerle acquistare come segna posto per il suo matrimonio.
Disse di averne chiesto il prezzo, ma la dipendente del negozio non sapeva bene quale fosse.
In un'altro negozio disse di aver visto altre mini wedding cakes a 2,80Euro ciascuna.
Le dissi che, per quanto lavorate siano, queste tortine non valgono certo una spesa così esagerata e mi offrii di fargliele io in aggiunta al regalo che le avrei comunque fatto.
Dopo aver fatto le prime due dosi di pdz con lo zucchero a velo comprato, mi sono resa conto che queste tortine mi sarebbero venute a costare un patrimonio perchè con una dose ne venivano circa 6 e dovevo confezionarne 110, quindi è nata da lì (dal risparmio) l'idea di provare a fare la pasta di zucchero con zucchero a velo fatto in casa.
Esperimento riuscitissimo!
Per realizzare queste tortine ho utilizzato circa 9 kg di pasta di zucchero, potete immaginare quindi quanto ho risparmiato facendo da me lo zucchero a velo.
La casa è stata invasa di tortine per oltre una settimana, le facevo nei ritagli di tempo, la sera quando le bambine dormivano o mi alzavo presto la mattina.
Spero vi piacciano, a Francesca sono piaciute molto e ne sono davvero felice.
Un bacio e... alla prossima!
E per pulire, infine, tutto lo zucchero e l'amido di mais rimasti in giro per casa il mio, ormai inseparabile, sgrassatore Emulsio Salvambiente
2 premi ricevuti
Durante la mia assegna da blogger ho ricevuto due premi dalle mie amiche Blogger Tonia di Gli assaggi di Tonia e Belinda di
Le torte di Belinda.
Sono andata a recuperarli e ora ve li presento:
1° premio)
2) Ringraziare chi ce lo ha donato, col relativo link.
Di nuovo grazie a Luna del blog Le torte di Belinda e non solo
3) Premiare 5 blogger e comunicare loro che le abbiamo premiate.
Sono andata a recuperarli e ora ve li presento:
1° premio)
Le regole sono
1 ) citare l'autore del premio : La creatività di Anna
2 ) citare da chi l'abbiamo ricevuto : Gli assaggi di Tonia
3 ) assegnarlo a 10 blogger : le 10 blogger a cui assegno il premio sono le prime dieci che vorranno da me ritirarlo. Un abbraccio a tutte!
Inoltre, una regola fondamentale per ritirare questo premio è di dire 3 cose sul proprio blog:
1) è nato per caso e non sapevo fin dove sarei arrivata
2) riporto solo le ricette che mi piacciono, le altre non le fotografo neanche
3) all'inizio il mio blog aveva lo sfondo marrone, poi verde e ora... bè quello che preferisco è quello che c'è ora.
2° premio)
Le regole per ritirare il premio sono le seguenti:
1) Citare la creatrice del premio linkandola.
Eccola qui: è Mona del blog Monalandia Beauty
Eccola qui: è Mona del blog Monalandia Beauty
2) Ringraziare chi ce lo ha donato, col relativo link.
Di nuovo grazie a Luna del blog Le torte di Belinda e non solo
3) Premiare 5 blogger e comunicare loro che le abbiamo premiate.
Essendomi assentata da blogger per 50giorni circa, non so chi ha già ricevuto questo premio e chi no, quindi, autorizzo 5 blogger che non lo hanno ancora ricevuto a ritirarlo da me, come se glielo avessi assegnato io stessa.
Congratulazioni.
domenica 23 settembre 2012
Spaghetti salsiccia e... sorpresa!
Mio marito adora i funghi porcini, per tale motivo in questo blog ci sono diverse ricette che vedono i funghi porcini protagonisti.
Circa un mese fa, mentre il mio cervello girava a mille mentre decidevo cosa cucinare, infilando la testa nel congelatore ho trovato dei funghi cardoncelli, allora ho pensato di fare uno scherzetto a mio marito, cioè ho trasformati i funghi cardoncelli in funghi porcini.
Continuate a leggere la ricetta e capirete qual è il barbatrucco che ho utilizzato!
Ingredienti per 4 persone:
320gr di spaghetti
2 salsicce spellate e sgranate
200g di funghi cardoncelli affettati
20 gocce di aroma funghi porcini Flavourart
cipolla q.b.
1 spicchio d'aglio
1/2 bicchiere di passata di pomodoro
olio evo q.b.
prezzemolo q.b.
sale e pepe q.b.
parmigiano reggiano q.b.
Procedimento:
Soffriggere la cipolla affettata sottilmente in 2/3 cucchiai di olio, dopodichè aggiungere la salsiccia sgranata e continuare a cuocere a fiamma medio-bassa.
In un'altra padella soffriggere i funghi con uno spicchio d'aglio per 4/5 minuti, quindi togliere lo spicchio d'aglio e versare i funghi nella padella con la salsiccia, salare, pepare e aggiungere la passata di pomodoro. Il tutto deve cuocere a fiamma bassa per circa 15/20 minuti. Qualche minuto prima di spegnere ho aggiunto le gocce di aroma ai funghi porcini Flavourart e ho completato con un pò di prezzemolo tritato.
Dopo aver impiattato spolverare (nella foto non c'è ancora!) abbondante parmigiano e godersi questo fantastico piatto di pasta ai funghi cardon....porcini.
Quando mio marito ha finito di spazzolarselo gli ho chiesto se si sentiva il sapore dei porcini e lui ha risposto: "caspita se si sentivano... era buonissimo!"
Non si è accorto che in realtà ciò che si era mangiato erano funghi cardoncelli con il solo aroma di funghi porcini e, anche dopo che gliel'ho detto, stentava a crederci.
Circa un mese fa, mentre il mio cervello girava a mille mentre decidevo cosa cucinare, infilando la testa nel congelatore ho trovato dei funghi cardoncelli, allora ho pensato di fare uno scherzetto a mio marito, cioè ho trasformati i funghi cardoncelli in funghi porcini.
Continuate a leggere la ricetta e capirete qual è il barbatrucco che ho utilizzato!
Ingredienti per 4 persone:
320gr di spaghetti
2 salsicce spellate e sgranate
200g di funghi cardoncelli affettati
20 gocce di aroma funghi porcini Flavourart
cipolla q.b.
1 spicchio d'aglio
1/2 bicchiere di passata di pomodoro
olio evo q.b.
prezzemolo q.b.
sale e pepe q.b.
parmigiano reggiano q.b.
Procedimento:
Soffriggere la cipolla affettata sottilmente in 2/3 cucchiai di olio, dopodichè aggiungere la salsiccia sgranata e continuare a cuocere a fiamma medio-bassa.
In un'altra padella soffriggere i funghi con uno spicchio d'aglio per 4/5 minuti, quindi togliere lo spicchio d'aglio e versare i funghi nella padella con la salsiccia, salare, pepare e aggiungere la passata di pomodoro. Il tutto deve cuocere a fiamma bassa per circa 15/20 minuti. Qualche minuto prima di spegnere ho aggiunto le gocce di aroma ai funghi porcini Flavourart e ho completato con un pò di prezzemolo tritato.
Dopo aver impiattato spolverare (nella foto non c'è ancora!) abbondante parmigiano e godersi questo fantastico piatto di pasta ai funghi cardon....porcini.
Quando mio marito ha finito di spazzolarselo gli ho chiesto se si sentiva il sapore dei porcini e lui ha risposto: "caspita se si sentivano... era buonissimo!"
Non si è accorto che in realtà ciò che si era mangiato erano funghi cardoncelli con il solo aroma di funghi porcini e, anche dopo che gliel'ho detto, stentava a crederci.
sabato 22 settembre 2012
Nuova collaborazione e nuova ricetta: Zucchero a velo fatto in casa
Ho ripreso la mia attività di food blogger solo ieri e oggi vi presento già un'altra collaborazione intrapresa tra Dolci idee e non solo e una ditta davvero molto importante: il
Molino Chiavazza .
Quelle che vedete nelle foto sottostanti sono le farine che il Molino Chiavazza mi ha inviato per suggellare la nostra collaborazione.
Ora passiamo alla ricetta.
Molti di voi leggendo il titolo del post penseranno: "e che ci vorrà mai a polverizzare dello zucchero per renderlo a velo?"
Niente di più errato!
Lo zucchero a velo industriale è una miscela, realizzata con le giuste proporzioni, di zucchero semolato e amido di riso o amido di mais.
Chi ama le decorazioni in pasta di zucchero sa benissimo che una bustina di zucchero a velo può arrivare a costare, a seconda della marca, anche settanta/settantacinque centesimi, quando un kg di zucchero, nella peggiore delle ipotesi costa 1,50 Euro (io in genere faccio il carico quando lo trovo in offerta e lo pago meno).
Tutti vi diranno di non preparare la pasta di zucchero con lo zucchero a velo fatto in casa perchè verrà malissimo, io vi dico che avendo individuato la giusta proporzione tra zucchero semolato e amido (io ho usato l'amido di mais della Chiavazza), sono riuscita ad ottenere, preparando la pasta di zucchero, degli ottimi risultati.
In tutta onestà non ho utilizzato questa pasta di zucchero per coprire una torta, ma per fare delle decorazioni che nei prossimi giorni vi mostrerò e che, quando le avrete viste, vi convinceranno a fare la pdz fatta in casa con lo zucchero a velo fatto da voi.
Un'ultima cosa che voglio dirvi è che sulle confezioni di zucchero a velo commerciali la proporzione tra zucchero e amido è del 3%, io l'ho aumentata al 4% - 4,5% con ottimi risultati.
Ingredienti:
480gr di zucchero semolato
20gr di amido di mais Molino Chiavazza
Preparazione:
munitevi di un mixer potente e resistente perchè lo zucchero deve diventare impalpabile.
Io ho usato il Bimby tm21, per cui vi riporto i tempi e velocità utilizzati con questo robot.
Mettere lo zucchero nel bimby e impostare il tempo a 6/7 minuti e poi azionare posizionando su velocità 7 e negli ultimi 40/50 secondi a velocità turbo.
Terminata questa operazione lo zucchero, che si sarà un pò scaldato in prossimità della base del robot si sarà un pò unito ad altro zucchero, quindi è necessario passare tutto al setaccio o colino.
Adesso vi renderete conto di quanto lo zucchero sia diventato impalpabile.
se nel colino resta qualche granello di zucchero che non è stato polverizzato lo eliminate.
Rimettere lo zucchero setacciato nel robot e unire l'amido e mescolare per 20/30 secondi a velocità 3 o 4.
A questo punto lo zucchero a velo è pronto per l'uso dolciario che si preferisce.
Io con questa ricetta (una dose per volta) ho realizzato circa 8kg di pasta di zucchero.
Provatela e fatemi sapere.
La quantità di zucchero ve vedete nella foto è, approssimativamente, l'equivalente di una busta di zav che si trova in commercio, sono 120gr.
Non sembra proprio quello industriale?
Vedrete che risultati!
Quelle che vedete nelle foto sottostanti sono le farine che il Molino Chiavazza mi ha inviato per suggellare la nostra collaborazione.
Molti di voi leggendo il titolo del post penseranno: "e che ci vorrà mai a polverizzare dello zucchero per renderlo a velo?"
Niente di più errato!
Lo zucchero a velo industriale è una miscela, realizzata con le giuste proporzioni, di zucchero semolato e amido di riso o amido di mais.
Chi ama le decorazioni in pasta di zucchero sa benissimo che una bustina di zucchero a velo può arrivare a costare, a seconda della marca, anche settanta/settantacinque centesimi, quando un kg di zucchero, nella peggiore delle ipotesi costa 1,50 Euro (io in genere faccio il carico quando lo trovo in offerta e lo pago meno).
Tutti vi diranno di non preparare la pasta di zucchero con lo zucchero a velo fatto in casa perchè verrà malissimo, io vi dico che avendo individuato la giusta proporzione tra zucchero semolato e amido (io ho usato l'amido di mais della Chiavazza), sono riuscita ad ottenere, preparando la pasta di zucchero, degli ottimi risultati.
In tutta onestà non ho utilizzato questa pasta di zucchero per coprire una torta, ma per fare delle decorazioni che nei prossimi giorni vi mostrerò e che, quando le avrete viste, vi convinceranno a fare la pdz fatta in casa con lo zucchero a velo fatto da voi.
Un'ultima cosa che voglio dirvi è che sulle confezioni di zucchero a velo commerciali la proporzione tra zucchero e amido è del 3%, io l'ho aumentata al 4% - 4,5% con ottimi risultati.
Ingredienti:
480gr di zucchero semolato
20gr di amido di mais Molino Chiavazza
Preparazione:
munitevi di un mixer potente e resistente perchè lo zucchero deve diventare impalpabile.
Io ho usato il Bimby tm21, per cui vi riporto i tempi e velocità utilizzati con questo robot.
Mettere lo zucchero nel bimby e impostare il tempo a 6/7 minuti e poi azionare posizionando su velocità 7 e negli ultimi 40/50 secondi a velocità turbo.
Terminata questa operazione lo zucchero, che si sarà un pò scaldato in prossimità della base del robot si sarà un pò unito ad altro zucchero, quindi è necessario passare tutto al setaccio o colino.
Adesso vi renderete conto di quanto lo zucchero sia diventato impalpabile.
se nel colino resta qualche granello di zucchero che non è stato polverizzato lo eliminate.
Rimettere lo zucchero setacciato nel robot e unire l'amido e mescolare per 20/30 secondi a velocità 3 o 4.
A questo punto lo zucchero a velo è pronto per l'uso dolciario che si preferisce.
Io con questa ricetta (una dose per volta) ho realizzato circa 8kg di pasta di zucchero.
Provatela e fatemi sapere.
La quantità di zucchero ve vedete nella foto è, approssimativamente, l'equivalente di una busta di zav che si trova in commercio, sono 120gr.
Non sembra proprio quello industriale?
Vedrete che risultati!
venerdì 21 settembre 2012
Sono tornata!
Forse qualcuno di voi, o anche molti, non avrà notato la mia lunga assenza: sono 50 giorni che non pubblico niente e non commento.
A dire il vero non sono andata da nessuna parte, semplicemente mi sono presa una piccola pausa per dedicarmi ad altre cose.
Un esempio? Bè, il mare (ma questa risposta è abbastanza scontata per il mese di agosto), il lavoro, che ha assorbito molto del mio tempo nell'ultimo periodo (ivi compreso il tempo che ho dedicato allo studio per partecipare ad un concorso interno), la salute (la schiena mi ha dato il tormento ultimamente e stare al computer certa non mi avrebbe aiutata).
Ma ora sono tornata, più in forma e più carica di prima e vorrei subito presentarvi con l'occasione una nuova straordinaria collaborazione iniziata tra "Dolci idee e non solo" e l'oleificio Mataluni, produttore del rinomato "olio Dante"
Uno dei motivi per cui sono contenta di questa collaborazione è che l'azienda produttrice dell'olio Dante ha alla sua base una famiglia di produttori olivicoli, la famiglia Mataluni. Per me che sono figlia di un ex frantoiano, mio padre fino al 2004 è stato il titolare di uno degli ultimi frantoi con macina a pietra presenti nella mia zona di origine, è molto importante continuare a consumare dell'olio che abbia il sapore di olio.
Vi racconto un pò come dalle olive sugli alberi si arriva all'olio che consumiamo a tavola (almeno per quanto riguarda la mia esperienza con il frantoio con la macina in pietra).
Già a metà ottobre cominciavano i preparativi per l'apertura dell'attività, che normalmente chiudeva a fine gennaio.
Dalle mie parti si lavora solo con olive raccolte in giornata e, possibilmente, prima che abbia piovuto (così si abbassa il livello di acidità) ed anche i fiscoli non si appuzziscono!
Le olive venivamo versate nella vasca con la macina in pietra e quando venivano ridotte in poltiglia, attraverso un macchinario meccanico, questa poltiglia di olive veniva distribuita sui fiscoli (che hanno la forma di una ciambella, un'enorme ciambella), messi uno sull'altro su un apposito appoggio di cui non ricordo il nome e poi passati sotto le presse.
Man mano che i fiscoli venivano pressati si vedeva cadere l'olio misto alla sansa in un'apposita vasca posizionata sotto le presse.
L'ultima fase era il passaggio dal separatore, dove questo misto intruglio veniva appunto separato ed veniva fuori l'olio, che, a seconda del tipo di oliva trattata, usciva color oro, verde e alcune volte verde scuro.
Non tutte le olive, infatti, danno lo stesso tipo di olio, per consistenza, sapore, colore.
Ci sono poi delle qualità di olive considerate più pregiate di altre o che danno una resa maggiore, cioè più olio a parità di peso.
Molto dipende anche dal tipo di terreno, da come sono curati gli alberi e da tanti altri fattori.
In genere si alternano anni in cui i rami degli alberi sono strapieni di olive (anni di carico) ad anni in cui i rami hanno solo olive sparse.
Dopo essere passato dal separatore l'olio in genere veniva filtrato, ma alcuni lo volevano, diciamo così, grezzo.
L'olio che non passava per i macchinari, molto raro e richiestissimo proprio per questo (poichè per farne una boccetta bisognava macinare quintali di olive), veniva chiamato "l'olio della lacrima", proprio perchè scendeva goccia a goccia ed in genere veniva tenuto da parte per l'alimentazione di bambini in fase di svezzamento o nella prima infanzia.
Necessario era poi, almeno per le olive che mio padre moliva per sè, l'assaggio dell'olio fresco.
Diffidate sempre dell'olio dolce appena molito, l'olio deve avere un sapore acre appena fatto e il gusto dolce deve acquisirlo con il tempo (qualche mese in genere). Più tempo passa e più l'olio è buono. Chiaramente, mai far passare degli anni!
Un'ultima informazione che voglio lasciarvi prima di salutarvi è che ci sono diverse tipologie di olio in base alla loro gradazione: olio extravergine di oliva, olio d'oliva, olio lampante.
Mio padre produceva esclusivamente olio extravergine di oliva e in merito all'olio lampante diceva, a mò di battuta, che aveva la stessa gradazione del vino.
Vorrei, a questo punto, fornirvi della informazioni che mi giungono direttamente dall'oleificio Mataluni:
E, infine, vi riporto integralmente il comunicato stampa dell'aziena Mataluni in merito all'accordo siglato con il Benevento Calcio:
A dire il vero non sono andata da nessuna parte, semplicemente mi sono presa una piccola pausa per dedicarmi ad altre cose.
Un esempio? Bè, il mare (ma questa risposta è abbastanza scontata per il mese di agosto), il lavoro, che ha assorbito molto del mio tempo nell'ultimo periodo (ivi compreso il tempo che ho dedicato allo studio per partecipare ad un concorso interno), la salute (la schiena mi ha dato il tormento ultimamente e stare al computer certa non mi avrebbe aiutata).
Ma ora sono tornata, più in forma e più carica di prima e vorrei subito presentarvi con l'occasione una nuova straordinaria collaborazione iniziata tra "Dolci idee e non solo" e l'oleificio Mataluni, produttore del rinomato "olio Dante"
Uno dei motivi per cui sono contenta di questa collaborazione è che l'azienda produttrice dell'olio Dante ha alla sua base una famiglia di produttori olivicoli, la famiglia Mataluni. Per me che sono figlia di un ex frantoiano, mio padre fino al 2004 è stato il titolare di uno degli ultimi frantoi con macina a pietra presenti nella mia zona di origine, è molto importante continuare a consumare dell'olio che abbia il sapore di olio.
Vi racconto un pò come dalle olive sugli alberi si arriva all'olio che consumiamo a tavola (almeno per quanto riguarda la mia esperienza con il frantoio con la macina in pietra).
Già a metà ottobre cominciavano i preparativi per l'apertura dell'attività, che normalmente chiudeva a fine gennaio.
Dalle mie parti si lavora solo con olive raccolte in giornata e, possibilmente, prima che abbia piovuto (così si abbassa il livello di acidità) ed anche i fiscoli non si appuzziscono!
Le olive venivamo versate nella vasca con la macina in pietra e quando venivano ridotte in poltiglia, attraverso un macchinario meccanico, questa poltiglia di olive veniva distribuita sui fiscoli (che hanno la forma di una ciambella, un'enorme ciambella), messi uno sull'altro su un apposito appoggio di cui non ricordo il nome e poi passati sotto le presse.
Man mano che i fiscoli venivano pressati si vedeva cadere l'olio misto alla sansa in un'apposita vasca posizionata sotto le presse.
L'ultima fase era il passaggio dal separatore, dove questo misto intruglio veniva appunto separato ed veniva fuori l'olio, che, a seconda del tipo di oliva trattata, usciva color oro, verde e alcune volte verde scuro.
Non tutte le olive, infatti, danno lo stesso tipo di olio, per consistenza, sapore, colore.
Ci sono poi delle qualità di olive considerate più pregiate di altre o che danno una resa maggiore, cioè più olio a parità di peso.
Molto dipende anche dal tipo di terreno, da come sono curati gli alberi e da tanti altri fattori.
In genere si alternano anni in cui i rami degli alberi sono strapieni di olive (anni di carico) ad anni in cui i rami hanno solo olive sparse.
Dopo essere passato dal separatore l'olio in genere veniva filtrato, ma alcuni lo volevano, diciamo così, grezzo.
L'olio che non passava per i macchinari, molto raro e richiestissimo proprio per questo (poichè per farne una boccetta bisognava macinare quintali di olive), veniva chiamato "l'olio della lacrima", proprio perchè scendeva goccia a goccia ed in genere veniva tenuto da parte per l'alimentazione di bambini in fase di svezzamento o nella prima infanzia.
Necessario era poi, almeno per le olive che mio padre moliva per sè, l'assaggio dell'olio fresco.
Diffidate sempre dell'olio dolce appena molito, l'olio deve avere un sapore acre appena fatto e il gusto dolce deve acquisirlo con il tempo (qualche mese in genere). Più tempo passa e più l'olio è buono. Chiaramente, mai far passare degli anni!
Un'ultima informazione che voglio lasciarvi prima di salutarvi è che ci sono diverse tipologie di olio in base alla loro gradazione: olio extravergine di oliva, olio d'oliva, olio lampante.
Mio padre produceva esclusivamente olio extravergine di oliva e in merito all'olio lampante diceva, a mò di battuta, che aveva la stessa gradazione del vino.
Vorrei, a questo punto, fornirvi della informazioni che mi giungono direttamente dall'oleificio Mataluni:
da oggi il carrello si riempie anche on line grazie al nuovo “Dante Store”, l’innovativo sito e-commerce degli Oleifici Mataluni pensato per una esperienza di acquisto virtuale.
Ordinare l’olio arricchito con la vitamina D, comodamente da casa e senza costi di spedizione, è semplice come un click: collegandosi su www.dantestore.com, è possibile visualizzare le tabelle nutrizionali, il packaging, le schede per l’impiego in cucina e le destinazioni gratuite.
Su Dante Store è già disponibile il nuovo Olio Condisano, ideato e prodotto dal Centro di ricerca degli Oleifici Mataluni in collaborazione con il Dipartimento di Endocrinologia e Oncologia Molecolare e Clinica, e con il Dipartimento di Scienza degli Alimenti dell’Università di Napoli “Federico II”.
Condisano, in vendita al prezzo di scaffale e nell’innovativo packaging ecosostenibile in PET - più leggero del vetro, più pratico e 100% riciclabile - è presente con due diverse referenze: Extravergine “100% Italiano” con vitamina D, per chi preferisce esaltare il sapore del cibo con le note fruttate e decise di Olio Dante; Olio di Oliva con vitamina D, per chi predilige un condimento più delicato.
In esclusiva su Dante Store, oltre al tradizionale formato da 1 litro, anche la pratica bottiglia di Olio Condisano Extravergine “100% Italiano” nella versione da 250 ml, per soddisfare le diverse esigenze legate allo stile di vita, al benessere e alle abitudini alimentari.
Registrandosi al sito e alla newsletter su www.dantestore.com, si potranno controllare tutti gli ordini dal proprio account, mentre nella comoda “Shopping Bag” verranno annotati gli articoli selezionati, proprio come se si avesse il carrello della spesa a portata di mano.
Collegandosi su www.dantestore.com, e iscrivendosi alla nostra newsletter, sarà possibile scoprire le destinazioni con spedizione gratuita! E, infine, vi riporto integralmente il comunicato stampa dell'aziena Mataluni in merito all'accordo siglato con il Benevento Calcio:
OLIO DANTE NEL DERBY CON IL BENEVENTO CALCIO
Gli Oleifici Mataluni hanno siglato
una partnership con la Società giallorossa per la stagione 2012/2013
In occasione del derby Benevento -
Avellino, Olio Dante farà il suo esordio stagionale allo stadio “Ciro Vigorito”
con la casacca giallorossa.
Gli Oleifici Mataluni, dunque, si
confermano partner del Benevento Calcio anche per il campionato 2012/2013, dopo
la fortunata esperienza dell’anno scorso.
Il brand del “Sommo Poeta”, prodotto
dagli Oleifici Mataluni nel complesso agroindustriale oleario di Montesarchio
(BN), accompagnerà le gare dei sanniti che militano nel girone B della Prima
Divisione della Lega Pro e hanno concluso la stagione passata sfiorando i
play-off.
Un binomio vincente tra due realtà che
hanno in comune l’obiettivo di contribuire a valorizzare le eccellenze del
territorio, promuovendo uno stile di vita sano e sensibilizzando soprattutto le
giovani generazioni attraverso i valori etici ed autentici dello sport.
In particolare, Olio Dante incoraggia
una dieta equilibrata e ricca di alimenti genuini, supportata da un regolare
esercizio fisico. Da questo punto di vista, soprattutto per il regime
nutrizionale degli sportivi è particolarmente indicato il nuovo Dante Condisano
- l’olio arricchito con la vitamina D ideato dal Centro di ricerca degli
Oleifici Mataluni - fondamentale per una normale funzionalità del tessuto
muscolare.
La partnership con la Società del
Presidente Oreste Vigorito, prevede
anche una serie di attività di co-marketing da realizzare nel corso della
stagione.
Proprio nel campionato 2011/2012,
infatti, i supporter degli Stregoni hanno avuto la possibilità di essere ancora
più vicini alla propria squadra del cuore, partecipando all’iniziativa “Il
Gusto di Tifare” con Olio Dante.
Per ora vi saluto, ma nei prossimi giorni sarò di nuovo presente come in passato.
Baci!
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